SCAFFALI INDUSTRIALI: 5 TIPOLOGIE UTILI NEL TUO MAGAZZINO

Quando si parla di organizzazione di magazzini aziendali è fondamentale capire che esistono tantissime strade da percorrere per ottimizzare gli spazi a disposizione facendoli rendere al massimo possibile.

Scaffali industriali: 5 tipologie utili nel tuo magazzino
Organizzazione e ordine sono sinonimo di azienda efficiente. Foto credit: Vibert Italia Srl

Se parliamo in particolare di aree industriali e magazzini ecco che immediatamente compare il grande protagonista indiscusso di questo tipo di ambiente: lo scaffale metallico. In questo articolo parleremo di scaffali industriali e delle 5 tipologie utili nel tuo magazzino.

Figlio di una rivoluzione industriale e intellettuale post seconda guerra mondiale, il sistema di stoccaggio merci in verticale è nato intorno agli anni ’50 e il metallo è stato sempre il materiale più adatto a sorreggere i carichi necessari. L’arrivo del concetto di pallet e di movimentazione merce con sistemi a forca ha definitivamente decretato il successo dello scaffale metallico che ha saputo adattarsi alla nuova sfida.

Dopo questa pillola di storia, è il caso di parlare di tipologie di scaffali metallici industriali per scoprire tutte le potenzialità di uno strumento versatile e completo.

Oggi esistono due fondamentali tipologie di trattamento superficiale: la zincatura e la verniciatura. Nel primo caso lo scaffale è idoneo anche all’installazione all’esterno possibilmente al riparo da agenti atmosferici diretti, mentre nel caso della verniciatura l’impiego è esclusivamente in interni.

SCAFFALE A PIANI

Scaffali industriali: 5 tipologie utili nel tuo magazzino
Lo scaffale metallico zincato si presta perfettamente ad usi industriali e domestici

Sfidiamo chiunque a dire di non averne mai avuto uno. Gli scaffali a piani sono perfetti per organizzare gli spazi in magazzini industriali così come in ambienti domestici: garage, dispense e perfino negozi sono stati arredati dal nostro team di esperti negli ultimi 50 anni sfruttando la versatilità dello scaffale metallico e il suo look industrial.

Scaffali industriali: 5 tipologie utili nel tuo magazzino
Un magazzino ordinato consente di velocizzare i tempi di approntamento merce e avere sempre sotto controllo scorte e flussi.

Le spalle, composte da montanti asolati e diagonali strutturali, sorreggono i piani disponibili in tantissime misure e profondità. Dai 30 cm perfetti per la casa, fino ai 60 cm e oltre per stoccare grandi scatole. Il carico che possono sopportare questi ripiani varia in base alle caratteristiche della lamiera zincata. Per questo motivo è fondamentale affidarsi a progettisti qualificati che sapranno proporre il tipo di scaffale più adatto alle esigenze.

SCAFFALE PORTAPALLET

Nei grandi magazzini ormai da anni la merce si sposta tramite pallet. Questo sistema, che prevede dimensioni di pallet 120×80 cm (Europallet), consente di spostare un grande carico di merce posto sopra  pedane in legno capaci di tollerare carichi fino a 1500kg. Lo scaffale che ospiterà i pallet dovrà essere quindi opportunamente dimensionato per accoglierli e sostenerli sui due o più livelli previsti. Per i magazzini della Grande Distribuzione gli scaffali vengono progettati fino a raggiungere altezze molto importanti utilizzando sistemi di movimentazione dei pallet automatizzati. L’ingegneria ha fatto negli ultimi anni enormi passi in avanti consentendo di limitare al minimo l’intervento dell’uomo nella movimentazione.

Scaffali industriali: 5 tipologie utili nel tuo magazzino
Organizzare i livelli espositivi della merce in modo da sfruttare a pieno le caratteristiche dello scaffale: portapallet e piani standard.

CANTILEVER

Per tutta quella merce che viene prodotta in barre come tubi, lamiere o legname in pannelli o travi e che pertanto non è immagazzinabile nel classico sistema a pallet, la soluzione ideale di stoccaggio è lo scaffale cantilever. Formato da spalle ad L laterali con piedi e crociere che stabilizzano la struttura e sistemi di ancoraggio a parete, il cantilever consente di stoccare prodotti lunghi come trafilati su bracci a sbalzo che realizzano quindi più livelli di utilizzo.  Perfetto per impieghi sia indoor che all’esterno grazie alla possibilità di prevedere pluviali e tettoie di protezione.

Scaffali industriali: 5 tipologie utili nel tuo magazzino
Il cantilever è il modo più efficiente di stoccare merce molto lunga.

DRIVE IN

La scaffalatura Drive in o Drive Through è un tipo di scafffale impiegato per magazzini di grandi e grandissime dimensioni dove c’è la necessità di stoccare migliaia di metri cubi di merce in modo intensivo lasciando ai muletti la possibilità di muoversi liberamente e in sicurezza fra le corsie di scaffali e all’interno degli scaffali stessi. I carrelli elevatori possono così movimentare grandi moli di pallet omogenei per referenza in modo da massimizzare la resa al metro quadro dello spazio. Riconfigurabili e con un contenuto investimento economico di partenza, sono strutture perfette per la maggior parte dei centri logistici e di stoccaggio.

Scaffali industriali: 5 tipologie utili nel tuo magazzino
Il mezzo entra all’interno della corsia per posizionare o prelevare il pallet.

OLTRE LO SCAFFALE: LA PASSERELLA E IL SOPPALCO

Quando le altezze consentono di giocare su più volumi e livelli, lo scaffale industriale ci permette di accedere ai piani superiori con passerelle pedonali. Gli scaffali vengono interlacciati in sicurezza fra loro con passerelle di camminamento metalliche strutturali che irrigidiscono la composizione e consentono tramite apposite scale di salire ai piani più alti creando di fatto dei soppalchi.

Scaffali industriali soppalcati
Le soluzioni migliori per sfruttare l’altezza del magazzino al 100%

Ne avevamo già parlato qui, ma vale la pensa mensionare questa tipologia di scaffale perchè può fare la differenza. Questa soluzione permette infatti all’operatore di salire e accedere alla merce stoccata su più livelli. Ovviamente è adatto all’esclusivo accesso pedonale di personale, senza mezzi automatizzati, ideale per tutti quei magazzini in cui la merce viene stoccata sfusa.

SOPPALCO INDUSTRIALE O DI CARPENTERIA?

Sebbene la normativa in tal senso sia stata più volte modificata negli ultimi venti anni richiedendo aggiornamenti continui e restringenti per quanto riguarda sicurezza e realizzazione, il soppalco industriale può ancora essere realizzato utilizzando elementi di partenza di scaffalature ad alto carico. Progettato con attenzione dai nostri ingegneri, il soppalco viene impiegato ogni volta che si vuole sfruttare l’altezza senza opere in muratura.

SOPPALCO CARPENTERIA
Le fasi di montaggio di un soppalco sono delicate e vanno seguite con attenzione, ma il grande lavoro si effettua in fase progettuale grazie al team di ingegneri e progettisti.

Il magazzino industriale è un luogo di lavoro, operativo e sempre in fermento. E’ fondamentale studiare i flussi di accesso e di utilizzo per organizzarlo in modo funzionale e intelligente permettendo agli operatori, siano essi a piedi o su mezzi, di lavorare meglio e sempre in sicurezza. Da sempre tutto il nostro staff viene guidato da Giuseppe Belardi che con la sua esperienza di oltre 50 anni nel settore delle scaffalature industriali, è uno dei maggiori esperti toscani nel settore.

Scaffali industriali
Un soppalco realizzato in carpenteria e progettato per gestire carichi elevati potrebbe essere una soluzione perfetta.

Inizia subito a ripensare il tuo magazzino per ottimizzare e migliorare il tuo modo di lavorare. Puoi chiederci una consulenza gratuita per valutare insieme le potenzialità dei tuoi ambienti e sfruttare insieme gli scaffali industriali nelle 5 tipologie utili nel tuo magazzino.

Illuminare un ufficio. La nostra selezione per progettare la luce.

Quando lavoriamo in ufficio mettiamo sotto continuo sforzo sia il nostro cervello che i nostri occhi. E’ prioritario studiare attentamente come illuminare un ufficio. Schermi di pc, videoproiettori e monitor tv ci bombardano di luci e colori. Oggi scoprirai la nostra selezione per progettare la luce.

La nostra selezione per progettare la luce.
Illuminazione mixata con attenzione: luce dall’alto e luce che bagna la parete decorata

Se pensiamo poi a quanto è cambiato il nostro approccio alle riunioni dal 2020 ad oggi capiamo che ora più che mai siamo portati a stare a stretto contatto con fonti luminose da monitor. Per aiutarci a tollerare questi stimoli visivi continui è fondamentale progettare la giusta illuminazione nell’ambiente che ci circonda .

Illuminare il tuo ufficio
Schermi accesi e illuminazione bilanciata per riunioni senza affaticare la vista.

Per prima cosa dobbiamo individuare due diverse tipologie di illuminazione: rispetto a qualche decina di anni fa, non si tratta più di posizionare un corpo illuminante in centro stanza e via. Oggi dobbiamo fare particolare attenzione a mixare in giusta quantità diverse fonti luminose ecco perchè stai leggendo qual’è la nostra selezione per progettare la luce. Vediamo insieme che tipi di illuminazione sono consigliati nello specifico per l’ufficio.

Luce generale diffusa

E’ forse la tipologia di fonte luminosa che siamo maggiormente abituati a conoscere perché la più comune, sia in ambienti domestici che ufficio. E’ la famosa “luce dall’alto” che non ha niente di divino ma è quella più semplice di tutte. Un corpo illuminante posto a contatto con il soffitto o lievemente ricalato (pendinato per dirla con un termine tecnico). In questo caso la luce può essere diretta (dall’alto verso il basso) o, nel caso di luci ricalate, indiretta (dall’alto sparata verso il soffitto). L’abbinamento di queste due fonti luminose ci permette di avere una buona illuminazione del piano di lavoro e una buona illuminazione diffusa dell’ambiente che evita di avere zone di ombra e zone di luce intensa. Un’idea di fonte luminosa pendinata con luce diretta e indiretta? Guarda l’elegantissimo profilo slim dell’ A24 di Artemide QUI

Come scegliere la luce giusta
Luce diffusa ma usata con attenzione per enfatizzare percorsi e passaggi.

Luce di dettaglio

Per non ottenere un effetto “piatto” nell’illuminazione è sempre consigliabile inserire almeno una luce di dettaglio. Questo tipo di luce può essere ad esempio una lampada da tavolo posta su un mobile basso ad illuminare un angolo attesa o lettura. Ma anche una lampada da lettura posta sul proprio piano di lavoro, che intensifichi al bisogno l’illuminazione sul pc o sui nostri documenti. La più classica e senza tempo è senza ombra di dubbi la Tolomeo di Artemide, la trovi QUI.

La nostra selezione per progettare la luce.
La Tolomeo Maxi aggiunge un tocco di luce extra alla postazione di lavoro.

Le nostre preferite di sempre

Abbiamo deciso di condividere con te oggi quelle che sono le nostre tre lampade di Artemide preferite, lampade da tavolo e da soffitto che sarebbero perfette per il tuo nuovo ufficio così come per illuminare un angolo di casa. Ecco quindi la nostra selezione per progettare la luce!

Alessandra: l’eleganza e il design senza tempo di Eclisse

Magistretti la disegnò per la prima volta su una tovaglietta di carta in un ristorante, facendo la storia del design della luce. Eclisse è geniale nella sua semplicità: tonda nella forma e con un corpo interno che ruotando affievolisce l’intensità della luce. Dal 2021 è disponibile in colori metallici di grande effetto. La preferita di Alessandra è la versione in Oro con base e filo neri.

Eclissi di Artemide
I nuovi colori metallici di Eclisse la rendono ancora più attuale

Francesca: il minimalismo giapponese di NH

Materiali di pregio e design pulito e definito per una lampada sospesa da soffitto che regala una luce diffusa a 360 gradi e caratterizza con intensità l’ambiente in cui viene installata. Disegnata da Neri e Hu per Artemide è la traduzione in chiave moderna della tradizione giapponese. L’accostamento delle finiture bronzate e nere è il punto di forza estetico di NH. Immaginala sopra un grande tavolo riunioni moderno: sicuramente un’abbinata di successo.

le migliori lampade di Artemide
Elegantissimo con il gancio in ottone bronzato e la sfera opalina illuminata

Giuliana: Nesso e la nota di colore giusta

Progettato negli anni ’60 da Giancarlo Mattioli, Nesso e successivamente il suo “mini-me” Nessino, sono espressione del talento industriale dell’epoca. L’impiego della plastica con forma naturale e organica lo ha reso una lampada di design eterna. Nella versione arancione, la lucentezza della plastica risalta ancora di più a lampada accesa. Nesso si cala perfettamente come attore principale sia in ambienti classici che moderni.

La nostra selezione per progettare la luce.
Protagonista indiscusso, Nesso regala luce calda e vibrante in tutta la stanza.

Adesso che sai quali sono le nostre lampade preferite non ti resta che immaginare come potrebbe essere il tuo ufficio o la tua sala riunioni con un’ illuminazione corretta e progettata ad hoc per il tuo ambiente.

Se hai bisogno di supporto nella scelta o nel tuo progetto di Lightning Design sappi che noi ci affianchiamo sempre ad esperti illuminotecnici qualificati che come nostri partner da anni ci supportano nel calcolo illuminotecnico corretto.

Ti abbiamo incuriosito e vuoi scoprire di più sulle lampade Artemide? Vieni a trovarci in showroom o visita il sito Artemide per conoscere tutti i loro capolavori di design.

Sei consigli per risparmiare energia in ufficio

Indipendentemente dal lavoro che svolgi, a meno che tu non viva in un eremo montano senza contatti con il resto del mondo civilizzato, in questo momento storico ti sarai accorto che c’è un problema a scala globale che va affrontato. Stiamo parlando di crisi energetica e soprattutto di aumento esponenziale del costo dell’energia. Oggi ti daremo sei consigli per risparmiare energia in ufficio.

Sei consigli per risparmiare energia in ufficio
Il caro energetico e i consumi elevati hanno portato a bollette altissime anche in ufficio

Il problema dei costi dell’energia cresciuti in modo ingestibile negli ultimi due anni tocca ognuno di noi: sia nella realtà domestica che nella realtà aziendale. Se è vero che nell’ambito domestico possiamo avere qualche accorgimento in più per evitare di consumare troppa energia elettrica, è altrettanto vero che il discorso diventa molto più complesso quando si parla di azienda.

Sei consigli per risparmiare energia in ufficio
servono consigli utili per risparmiare sui costi dell’energia elettrica

Non entreremo nel tema delle catene produttive energivore (sebbene occupandoci anche di pareti vetrate il problema ci tocchi da vicino). Ci basterà affrontare questo argomento dandovi qualche consiglio utile per ridurre gli sprechi energetici in ufficio.

Sappi che lavorare al buio o nella penombra, come qualche sito americano ha ironicamente consigliato, non è una opzione. La salute dei dipendenti ha sempre la priorità: niente luci soffuse per lavorare al computer per non rischiare di dover inforcare gli occhiali da vista prima del dovuto e niente temperatura polare da raffreddore assicurato. I nostri sei consigli per risparmiare energia in ufficio sono reali e testati.

Sei consigli per risparmiare energia in ufficio
Ecco i nostri sei consigli ragionati su come risparmiare in ufficio

Ecco quindi sei consigli non banali per ridurre gli sprechi energetici in ufficio.

1 . Impara quando staccare la spina.

Non intendiamo ovviamente “staccare la spina dell’attenzione”, ma quella dell’alimentazione. Non so se lo sai, ma moltissimi dispositivi elettronici che usiamo ogni giorno in ufficio continuano a assorbire energia anche da spenti o in standby. Come limitare questo consumo? La sera stacchiamo le prese di alimentazione o se abbiamo un impianto con quadro elettrico e interruttori generali sarebbe buona norma abbassarli la sera all’uscita. Se interrompiamo il flusso di alimentazione delle prese evitiamo sprechi di apparecchi che rimangono in stand-by invece di spegnersi totalmente. (Questa è la rivincita di tutti i genitori che per anni ci hanno obbligato a spegnere l’interruttore della tv “da dietro” invece di limitarci al tasto rosso del telecomando!)

stacca la spina della corrente
Stacca la presa dei dispositivi che non usi per molto tempo.

2 . Usa corpi illuminanti moderni.

Ormai non ha più senso dirti di cambiare le lampadine per passare a quelle LED perché credo che siano rimasti in quattro o cinque nel mondo a non averlo già fatto. Cosa puoi fare quindi per fare un passo in più verso il risparmio? Puoi cambiare gli apparecchi di illuminazione. Le moderne lampade da soffitto consentono di ridurre i consumi e di generare una qualità di luce molto superiore rispetto anche solo a 5 anni fa. E no, non significa che dovrai mettere mano al portafogli spendendo una fortuna: molti corpi illuminanti moderni e performanti dal punto di vista energetico hanno costi contenuti, conosci il brand Novalux? . Se ti serve qualche dritta il nostro illuminotecnico saprà guidarti verso la scelta migliore per il tuo ambiente.

Sei consigli per risparmiare energia in ufficio
Il led ha abbattuto notevolmente i consumi ma servono corpi illuminanti moderni per ottimizzare il risparmio.

3 . Stampa solo quello che davvero è indispensabile.

Il processo di smaterializzazione dei dati è iniziato molti anni fa per ragioni ecologiche: ogni risma di carta è frutto di abbattimenti di alberi che durante gli anni ’80 erano diventati ingestibili e insostenibili. Oggi però il problema si concentra sulla questione energetica: la produzione della carta richiede un quantitativo di energia molto alto. Non solo, nel nostro piccolo micromondo dell’ufficio anche la sola stampante impatta sui consumi in modo significativo dovendosi ogni volta riscaldare velocemente per azionarsi. La stampa di un documento non necessaria è quindi un’occasione di spreco energetico. Gli archivi digitali consentono di avere tutti i documenti a portata di mouse senza dover riempire faldoni fisici.

spegni la stampante quando non la usi
Il picco di consumo della stampante è nella fase di riscaldamento per l’avvio della stampa: puoi concentrare più stampe insieme per limitare i processi di riscaldamento.

4 . Progetta con intelligenza i tuoi uffici

L’edificio in cui lavori è il primo grande contenitore energivoro che ti sta attorno. Se è progettato con intelligenza può essere un grande alleato nella lotta agli sprechi energetici. La qualità delle pareti è fondamentale: se abbiamo molto cartongesso è prioritario prevederlo di un tipo coibentato che aiuti a non dispendere calore. Se gli uffici godono di finestre a correre su tutti i lati sarà fondamentale assicurarci che la tipologia di infisso sia a taglio termico e idonea a evitare dissipamento di calore. Anche le tende giuste aiutano a mantenere costante la temperatura dei locali, ne abbiamo parlato QUI. La scelta delle finiture architettoniche ci agevola moltissimo nella gestione termica degli uffici. Un buon termotecnico può guidarti nella scelta del tipo di impianto più adatto per riscaldare gli ambienti, ma senza accorgimenti architettonici continuerai ad avere sprechi energetici.

edificio intelligente
Edifici ben progettati e moderni ti garantiranno classi energetiche performanti e consumi ridotti.

5 . Smartworking come arma a doppio taglio

Cogliamo l’occasione di questo ultimo punto perché estremamente ambivalente e controverso. Come tutte le cose, l’argomento varia molto in base al punto di vista da cui si osserva la questione. Alcune testate giornalistiche hanno riportato come il passare a uno o più giorni di lavoro in remoto dalla propria abitazione consenta alle aziende di risparmiare sui consumi energetici in sede. Vero. Un’ azienda che non deve illuminare e riscaldare tutti gli uffici senza dubbi risparmierebbe molto in termini di spesa energetica. Ma il lavoratore, che essendo in smartworking deve usare la propria energia di casa per collegarsi e lavorare da remoto, risparmia davvero? Ci sono studi in corso che stanno cercando di quantificare se al netto dei risparmi sui trasporti casa-lavoro il dipendente abbia davvero un vantaggio economico nel lavorare da casa. Sicuramente le bollette personali dal 2020 ad oggi sono cresciute anche (ma non solo n.d.r.) perché molte persone sono rimaste a casa a lavorare in smartworking mentre prima l’abitazione era disabitata per diverse ore 5 giorni la settimana quando tutti si recavano a scuola o in ufficio.

smartworking costoso
Il costo dell’energia consumata durante lo smartworking dal dipendente è compensato dal risparmio sui mezzi di trasporto per arrivare in ufficio?

6 . Muoviti di più: ti tieni in forma e “riscaldato”.

Questo è il vero consiglio geniale secondo noi perché oltre che al risparmio energetico pensa anche alla salute. Cerca di limitare l’uso degli ascensori prediligendo le scale. Fare le rampe di scale e tenerci in movimento ci permette non solo di non azionare il dispendioso sistema di ascensori, ma anche di riscaldarci mettendo in moto i muscoli. Da quest’anno la policy aziendale prevederà di abbassare a 18 gradi la temperatura interna degli uffici (decisione intelligente e condivisibile nonché obbligata a livello ministeriale). Muovendoci, alzandoci dalla scrivania e facendo qualche rampa di scale al giorno ci troveremo più accaldati e riscaldati soffrendo meno per il calo temperature.

fai movimento in ufficio
Quando puoi usa le scale e non l’ascensore, prima di tutto farai bene alla tua salute!

Insomma, l’aumento dei consumi energetici e del costo dell’energia ci sta forzando a ripensare le nostre abitudini per cercare di contenere bollette che stanno schizzando alle stelle. Nel nostro piccolo, anche in ufficio possiamo fare qualcosa di buono seguendo i sei consigli per risparmiare energia in ufficio che ti abbiamo dato e che speriamo ti saranno utili. Sicuramente possiamo fare la differenza se le nostre azioni sono corali e organizzate.

Sei consigli per risparmiare energia in ufficio
Stai leggendo i nostri sei consigli per risparmiare energia in ufficio

Per consulenze dettagliate su come intervenire nel tuo ufficio per abbattere i costi energetici puoi contattarci a info@belardiarredamenti.com

Tenda per ufficio: consigli su come scegliere il tessuto adatto.

Nelle scorse settimane abbiamo discusso di quali siano i principali sistemi di tendaggi che meglio si adattano all’impiego in ufficio (QUI). Oggi approfondiamo le caratteristiche dei materiali dandoti alcuni consigli su come scegliere il tessuto adatto.

La scelta del tessuto, grammatura e colore, va accordata all’ambiente

Attenuante o coprente?

Un tessuto per tenda da ufficio deve essere attentamente selezionato sulla base di più parametri. Il primo è quello della coprenza: un tessuto molto coprente in una stanza con poca illuminazione naturale ci limiterà notevolmente la luce anche nelle giornate più soleggiate. Calibrare il potere schermante della tenda è fondamentale per ottenere un risultato ottimale che ti aiuti a godere quanto più possibile dell’illuminazione naturale senza soffrire del caldo che ne deriva.

consigli su come scegliere il tessuto adatto
la tenda filtrante attenua la luce solare diretta senza limitare la luminosità dell’ambiente

Filtro UV per contenere il caldo estivo.

Eccoci quindi al secondo fattore importante da considerare nella scelta del tessuto giusto che valorizzi il tuo ufficio: il potere di schermare i raggi UV. Se hai mai dovuto acquistare una tenda da sole per la tua casa lo sai benissimo. Il fattore di filtro UV fa una bella differenza quando si cerca di tenere fresco un ambiente. Nelle tende da ufficio il concetto può essere riportato in modo simile. Una postazione di lavoro vicino ad una finestra da cui entra sole diretto se non viene schermata con un tendaggio correttamente studiato sarà inutilizzabile nei mesi estivi. Il povero malcapitato crederà di essere finito in sauna.

consigli su come scegliere il tessuto adatto
Tende oscuranti per proteggersi dal sole e avere totale privacy

Tessuti ignifughi certificati: quando e perchè sceglierli

Negli uffici di grandi dimensioni o in uffici di enti pubblici e soggetti a stringenti piani di gestione dell’antincendio è fondamentale anche prevedere tessuti con test di reazione al fuoco certificati. Un tessuto in classe di reazione al fuoco CL1 significa che avrà una combustione ritardata in caso di incendio. Tale classe dovrà essere certificata tramite test ministeriali precisi e scrupolosi.

Colore o non colore? Come non perderti nelle mille sfumature di bianco.

Ora che hai trovato il tuo tipo di tenda da ufficio ideale e hai seguito i nostri consigli su come scegliere il tessuto adatto, non ti rimane altro che impazzire per definire il colore. La mazzetta campioni immaginiamo contenga almeno ventidue varianti di bianco e una costellazione di fantasie a decoro. Lo sappiamo: vediamo la tua fronte imperlarsi di sudore al pensiero che questa fase della scelta ti farà impazzire. Solitamente accorriamo in aiuto dei nostri clienti guidandoli verso un ragionamento illuminato che li indirizzi alla scelta migliore.

consigli su come scegliere il tessuto adatto
Bianchi caldi o freddi per accordarci perfettamente al sottotono dell’ambiente

Come valutare quindi se una tenda da ufficio sia meglio di un certo colore specifico o di una fantasia marina piuttosto che scura? C’è un solo parametro fondamentale che consigliamo a tutti di tenere bene in mente quando si sceglie un tendaggio per ufficio. Si tratta dell’effetto finale che vogliamo ottenere. Se ti piacciono gli uffici di design, ipermoderni e trendy stile Chiara Ferragni direi che una fantasia iperdecorata con fenicotteri e pappagalli potrebbe farti avere l’ufficio dei tuoi sogni.

Se preferisci invece uffici formali, eleganti e senza tempo allora ti consigliamo di optare per nuances chiarissime e luminose, che non ti stanchino a lungo andare. L’overdecorated è un trend molto cavalcato oggi, ma progettare un ufficio significa dare valore ai locali per almeno una decade, rendendoli sempre attuali e piacevoli da abitare quotidianamente.

Il vero trucco è non perdere di vista l’intero ambiente.

Il progetto di un ufficio deve essere un’azione corale, che tenga presente sia la tipologia degli arredi inseriti che lo stile e il mood che vogliamo ottenere. Poter gestire il cliente dal progetto alla chiusura dei lavori, ci permette di studiare nei minimi dettagli ogni aspetto. Dalla pavimentazione alle pareti divisorie vetrate, dalle scrivanie da lavoro fino appunto alle tende per ufficio. Perché a questi punti l’avrai capito anche tu: in ufficio, come a casa, la tenda giusta fa la differenza.

Tende coloratissime e a rullo per la Extendi, perfettamente in stile con i
loro divertentissimi uffici

Parliamo di tende: in ufficio, come a casa, la tenda giusta fa la differenza.

Quando compriamo una casa e la arrediamo con cura ci preoccupiamo di allestire dei tendaggi che seguano lo stile e il gusto della nostra abitazione. Allo stesso identico modo, quando progettiamo il nostro ufficio dobbiamo scegliere con attenzione maniacale la tenda corretta perché in ufficio, come a casa, la tenda giusta fa la differenza.

ambienti industry e tende a rullo
Ogni ambiente e ogni infisso ha la sua tenda perfetta, scopriamo come individuarla


Che tu lavori in un enorme capannone industriale illuminato a giorno o in un ufficio claustrofobico nella ztl di un borgo medievale, non puoi assolutamente sottovalutare l’importanza di una tenda. I motivi sono semplici e nei prossimi tre minuti ti spiegherò perché la tipologia e il tessuto giusti ribaltano l’effetto finale di un arredamento.

Sapevi che esistono almeno quattro tipi di tendaggi che sono perfetti per l’impiego in ambienti ufficio?

Spesso pensiamo alle tende solo nella concezione domestica, magari pesanti e drappeggiate. Ma è un errore gravissimo limitarci a quell’immagine. Oggi esistono sistemi tecnologici che ci permettono di variare e personalizzare il tuo arredo di ufficio fin nei minimi dettagli. Ecco perchè la tenda giusta fa la differenza.

la tenda giusta fa la differenza
Tende tecniche ma che rendono l’ambiente accogliente

Quali sono i tipi di tende ideali per un ufficio? Iniziamo dalla classica arricciata a scorrimento.

Partiamo dal grande classico: la tenda a scorrimento. E’ il modello di tenda più conosciuto perché il più impiegato nelle nostre case: che sia su binario a cordicella o su asta e anelli non importa. La tenda a scorrimento è morbida, ondulata e ricrea quell’effetto “focolare domestico” che riscalda l’ambiente rendendolo ospitale ai visitatori. Declinata per l’ufficio, questo tipo di tenda è perfetto quando abbiamo soffitti alti e locali molto ampi. Il meccanismo con corda, così come i prossimi che ti illustrerò, può essere automatizzato per soluzioni tecnologiche all’avanguardia e comandato da remoto.

L’area attesa per i tuoi clienti diventerà immediatamente confortevole con la tenda giusta

I rulli: minimali nell’ estetica e con mille applicazioni

Quando lo spazio che arrediamo è contenuto e ci serve una soluzione minimale nell’estetica ma estremamente funzionale per schermarci dai raggi solari, optiamo senza dubbi per un rullo. La scelta della tenda a rullo è geniale perché geniali sono le caratteristiche e gli optional che offre a noi arredatori di uffici.

Le tende a rullo possono arrivare a lunghezze molto importanti

Nei progetti completi che elaboriamo per i nostri clienti cerchiamo sempre di integrare e nascondere il rullo inserendolo in tasche studiate all’interno del controsoffitto. La resa estetica finale è d’impatto ed estremamente moderna. La tenda a rullo con meccanismo nascosto ci permette di vedere uscire dal soffitto esclusivamente il tessuto in modo pulito e di design.

la tenda giusta fa la differenza
La serie TopBox di Mottura consente l’alloggiamento del rullo dentro il controsoffitto

Quando manca però il controsoffitto possiamo ricorrere a carter metallici di copertura che rendono ugualmente bello l’effetto finale e che al bisogno possono essere verniciati a polvere in tonalità RAL personalizzate.

Tende a pannelli a scorrimento orizzontale

Per gli indecisi, per chi non sa se preferire una soluzione di tenda da ufficio che sia estremamente tecnica o più di stile domestico, consigliamo la tenda a pannelli. Il pannello scorre orizzontalmente sul binario scoprendo la finestra all’occorrenza. Questa soluzione, che potete visionare insieme alle altre di questo articolo presso il tende a pannelli anche in ufficio

I pannelli si possono aprire tutti su un lato o su entrambi i lati in base all’ambiente in cui vengono montati.

Bisogna progettare una tenda da ufficio sempre tenendo bene in mente la tipologia di apertura dell’infisso e il reale uso che ne faremo quotidianamente.

Veneziane moderne per look industriale

Nelle situazioni in cui la tipologia dell’infisso o il suo posizionamento sulla parete rendessero difficoltosa o impossibile l’installazione di una tenda delle tipologie sopra elencate, possiamo risolvere la situazione utilizzando le veneziane. No, non sono più le veneziane bruttine e vintage dell’ufficio anni ’40 di Eddie Valiant in Chi ha incastrato Roger Rabbit. Oggi ci sono sistemi di veneziane a lamelle piccole, anche microforate.

veneziane per uffici tecnici
Effetto tecnico e grandissima funzionalità per veneziane moderne

Le lamelle delle veneziane possono essere verniciate in tantissimi colori per i gusti più audaci e moderni oppure essere realizzate con finiture trendy e di design come il corten o metalli bruniti che rendono l’ambiente più industry e accattivante.

I sistemi di installazione delle moderne veneziane da ufficio così come di quasi tutte le tipologie di tende, sono disponibili anche in tipologie così compatte da essere poste all’interno della luce dell’infisso stesso andando a risolverci tutti i problemi di spazio.

Il piccolo rullo QuickFix di Mottura si installa direttamente sulla anta della finestra

Una volta trovato il sistema di tendaggio da ufficio che meglio si sposa e valorizza il tuo ambiente, passiamo alla scelta del tessuto. Sembra una cosa semplice ma non lo è affatto. Proprio per questo dedicheremo all’argomento un articolo tutto suo, che ti aiuti a capire quali siano le caratteristiche fondamentali da tenere a mente quando si seleziona il tessuto corretto per l’ambiente che si deve arredare. Perchè non ci stancheremo mai di ripeterlo: la tenda giusta fa la differenza.

PROGETTARE GLI AMBIENTI: perché le pareti vetrate possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici

Lo space planning di un’ azienda parte dalle necessità organizzative dei flussi di lavoro. Per questo motivo è fondamentale studiare una soluzione che sia versatile, luminosa ed acusticamente protetta per ottenere ambienti office ideali. In questo articolo ti spieghiamo come progettare gli ambienti: cosa sono e perché le pareti vetrate possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici.

Perché possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici
Pareti divisorie in vetro per realizzare uffici luminosi ma riservati

Dopo il boom degli uffici open space iniziato durante gli anni ’90, abbiamo dovuto fare tutti i conti con le problematiche che un ambiente operativo “condiviso” ha portato alla luce. Rumori di sottofondo di colleghi al telefono, chiacchiericcio indistinto e continuo, via vai di persone che si alzano dalla scrivania per sbrigare le operazioni legate al loro lavoro. Tutto questo a discapito della concentrazione dei dipendenti.  Quando questi problemi progettuali emergono spesso la soluzione è ripensare lo space planning usando pareti divisorie in vetro.

Quando più colleghi parlano contemporaneamente può diventare difficile concentrarsi

Si può intervenire con paretine mobili basse e sistemi di assorbimento acustico (ne avevamo parlato QUI e QUI) ma la vera mossa intelligente è agire in fase di progettazione dell’ufficio. Prevediamo il giusto mix di aperto e chiuso, in pieno stile “smartworking”. Vi ricordiamo, perché siamo pignole e ci piace ribadirvelo mille volte, che per noi lo smartworking ha un significato specifico. E’ quell’insieme di buone pratiche progettuali che consente di dividere gli spazi di un’azienda in tanti luoghi differenti adibiti a diverse funzioni per rendere gli uffici il luogo migliore dove lavorare.

Per poter realizzare uno space planning ben fatto, una volta stabilite le priorità aziendali, ci vengono in soccorso le pareti divisorie in vetro per ufficio.

Com’è fatta una paerte divisoria in vetro?

Le pareti divisorie da ufficio sono prodotti industriali che consentono di dividere un grande ambiente in più “locali” senza l’utilizzo di opere in muratura. Perfettamente smontabili (e anche riconfigurabili con una progettazione attenta in caso di trasloco) consentono di realizzare uffici chiusi senza rinunciare alla luce e alla condivisione visiva.

Perché possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici
Profili fra i vetri in policarbonato trasparente rendono la parete un continuum visivo

La parete in vetro viene assemblata con una struttura in profili estrusi di alluminio, anodizzato o verniciato. Questi profili accolgono i pannelli in vetro tenuti insieme fra loro da profili di giunzione in policarbonato trasparente. L’effetto è così sottile da rendere l’intera parete quasi un’unica “finestra”.

La parete divisoria in vetro da ufficio prevede un rilievo esecutivo accurato per essere progettata e successivamente realizzata appositamente per quel determinato ambiente. I nostri tecnici si occupano di rilievi con strumentazione di precisione e le nostre squadre di montatori specializzati realizzano la posa in opera delle pareti divisorie vetrate senza intoppi.

Il rilievo esecutivo del locale ci consente di progettare la parete divisoria al millimetro

Acustica e pareti in vetro: un binomio inaspettato

Quando si progetta un ufficio è fondamentale chiedersi prima di tutto che livello di insonorizzazione acustica vogliamo ottenere. Scegliere la parete divisoria in vetro giusta richiede attenzione e competenza, mai affidarsi a personale improvvisato e senza esperienza nel settore. Continua a leggere e scopri perché le pareti vetrate possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici.

Per locali dove la richiesta di comfort acustico è moderata, consigliamo sempre la struttura leggera e esteticamente molto moderna della parete divisoria Frezza K35. Il vetro singolo realizzato in stratificato 5.5 consente di ottenere un buon risultato con un rapporto qualità prezzo ineguagliabile. Per alzare un po’ il livello di performance acustica possiamo prevedere un film pellicolato fra i vetri di tipo acustico detto “pvb acustico”.

Quando invece chiediamo alla nostra parete divisoria da ufficio una resa acustica massima il prodotto migliore è la K82 di Frezza. Un profilo in alluminio spesso 82mm che consente di alloggiare sia la singola lastra in vetro che la doppia lastra, con una performance acustica invidiabile. L’ufficio direzionale realizzato usando pareti divisorie in vetro K82 non solo sarà ben schermato acusticamente ma manterrà anche tutta la luminosità garantita dal vetro.

Massima resa acustica con la doppia lastra di vetro trasparente

La porta giusta fa la differenza: facciamo chiarezza

Se è vero che il vetro è la scelta esteticamente più bella, è altresì vero che acusticamente presenta dei limiti. Il ponte acustico che infatti si crea con una porta in vetro a filo lucido senza telaio è tale da abbassare la resa dell’intera parete. Cosa fare allora quando si ha bisogno di installare una porta di accesso su una parete vetrata? Basta ragionare e scegliere la porta giusta!

Perché possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici
Una porta cieca garantisce un ottimo schermo acustico e visivo

Se non vogliamo optare per una porta cieca in tamburato rivestita in melaminico (sai cos’è il melaminico? Se non lo sai dai un’occhiata al nostro articolo più letto di sempre QUI), la scelta ricadrà su una porta in vetro intelaiata. Il telaio che racchiude il pannello di vetro della porta consente di inserire dei profili in policarbonato o delle ghigliottine che mantengono una schermatura acustica rilevante. Per le pareti K82 è anche possibile optare per una porta in vetro doppio: un capolavoro di insonorizzazione acustica che tiene lontano i rumori esterni anche più fastidiosi.

La porta in vetro trasparente con doppia lastra e telaio perimetrale ha in assoluto la resa acustica migliore

Abbiamo affrontato il discorso porte parlandovi solo di porte battenti, ma se volessimo una porta scorrevole? Se la necessità è quella di non ingombrare l’ufficio con l’anta battente aperta, sicuramente una porta scorrevole è la soluzione migliore. Potreste optare per una porta in vetro scorrevole su binario esterno come per i modelli Frezza K35 e K.Evo oppure uno scorrevole che viene interamente affogato nella parete a vetro doppio K82. La porta garantirà sempre vani di passaggio generosi e su richiesta sarà anche dotata di serratura a chiave.

Quando il vetro non fa per te: pareti cieche e miste.

Abbiamo ampiamente trattato delle pareti totalmente vetrate, ma se questo prodotto non fa per te sappi che esistono diverse soluzioni intermedie “miste” con inserti vetrati e parti che vengono tamponate con pannellature in melaminico. Il gioco di vedo-non vedo che si può ottenere è estremamente piacevole e in certi casi aiuta a risolvere con furbizia problemi di riverbero acustico e mancanza di privacy.

La scelta migliore è sempre quella basata sulle esigenze della azienda

Come ti abbiamo spiegato all’inizio di questo articolo sul perché le pareti vetrate possono essere la soluzione perfetta per i tuoi prossimi uffici , è la progettazione che fa la differenza. Un progetto studiato con attenzione e calibrato sulle necessità dei lavoratori darà sempre risultati entusiasmanti e funzionali. Rivolgiti al nostro team di progettisti per iniziare da subito la progettazione dei tuoi nuovi spazi di lavoro.

Progettare le aree di servizio in casa: la lavanderia. 5 idee geniali per te.

Quando arrediamo una nuova casa ci troviamo di fronte alla necessità di immaginare su carta, ancora prima di abitarla, quelle che saranno le necessità del futuro. Troppo spesso, complici le dimensioni lillipuziane di molti appartamenti di recente costruzione o ristrutturazione, tralasciamo le aree di servizio. In questo articolo parleremo di come progettare le aree di servizio in casa: la lavanderia in 5 idee geniali.

E ora dove piazzo la lavatrice?!

Prima di regalarti queste perle di saggezza, definiamo al volo cosa sono le “aree di servizio”. Presto detto, le aree di servizio sono quegli ambienti o porzioni di stanze che utilizziamo per contenere strumenti per la gestione della casa. In parole povere parliamo di lavanderie, guardaroba da ingresso, dispense, portascope e stirerie.

Mille accessori per la pulizia della casa e zero spazio per riporli?

Facciamo fruttare anni di Tetris.

Progettare le aree di servizio in casa può essere un vero gioco di incastri e può portarci frustrazioni inutili. Ricavare uno spazio diventa complesso quando le metrature delle case vanno restringendosi sempre di più. Come risolvere allora il problema?

Questa tematica, diciamocelo, rimane indigesta a tantissime e tantissimi di noi. Per questo ti presentiamo oggi 5 soluzioni furbe per ottimizzare lo spazio in casa valorizzando al massimo gli spazi lavanderia.

Bella l’espressione soddisfatta di questo ragazzo ma siamo sicuri che la lavatrice in salotto sia una buona scelta?!!?

Lo spazio lavanderia necessita sostanzialmente di quattro cose: un vano per la lavatrice, uno per l’asciugatrice, un lavello con acqua e una zona di contenimento per detersivi e accessori.


5 consigli che ti stravolgeranno la vita

Prendi carta e penna o avvia la stampante perchè alcune delle idee che condivideremo con te saranno utili a migliorare la tua gestione degli spazi domestici.

1.Usa il cervello: individua il giusto angolo da sfruttare

Se pensiamo “lavanderia” la prima cosa che ci viene in mente (un pò perchè è la mia situazione personale, n.d.r.) è un balcone. Per i fortunati possessori di un affaccio, magari al riparo dalle intemperie, la soluzione è quasi banale. Ma per chi non ha la possibilità di allestire un angolo lavanderia sul balcone cosa fa?


Ci sono almeno tre strade, due delle quali non ci raccontano niente di nuovo. La prima è quella di inserire la lavatrice nel contesto “cucina” (cosa che sappiamo essere purtroppo l’unica alternativa in alcuni casi e sì, vi siamo vicine). La seconda è alloggiare la lavatrice nel bagno (rubando preziosissimo spazio). La terza via è quella di svincolarsi dai soliti preconcetti e guardare fuori dagli schemi. E se mettessimo una lavatrice in un locale adiacente ad un bagno, che quindi ne possa sfruttare gli allacci all’acqua e agli scarichi, tipo un corridoio o perfino un ingresso? Guarda la gallery, le soluzioni che proponiamo sono esteticamente evolute e nascondono perfettamente gli elettrodomestici.

2. Limita il rumore per te e per i tuoi cari.

Tutti coloro che hanno una lavatrice dentro casa lo sanno: la centrifuga fa impazzire la testa. Il rumore può essere estremamente fastidioso e anche se le lavatrici di ultima generazione sono dotate di sistemi silence che provano a ridurre il problema, non sempre lo teniamo sotto controllo. Il disagio può esserci per chi abita la casa, ma anche per i diretti vicini di appartamento (hai mai sentito la vibrazione della lavatrice in centrifuga del tuo vicino di casa andare a tutto gas alle 4 di mattina?! io si. sempre n.d.r.).

La soluzione arriva in aiuto di tutti noi: l’armadio chiuso. Che siano ante battenti, a serrandina, a soffietto o a ribalta non ci interessa basta che chiudete le ante! L’armadio chiuso non è solo un vezzo estetico (che comprendiamo e condividiamo) ma soprattutto un aiuto pratico per contenere e arginare il rumore. Ci saranno ovviamente risultati più performanti di altri in base al tipo di chiusura, ma si noterà sempre un grande miglioramento.

3. Parola d’ordine CONDENSARE.

A nessuno piace sprecare lo spazio, specialmente quando già in partenza è poco. Allora smettiamo di ragionare solo “ad altezza occhi” e apliamo i nostri orizzonti. Se allestiamo uno spazio lavanderia cerchiamo di sfruttare al massimo le altezze del locale! I ripiani più alti e di difficile accesso possono essere comodissimi per riporvi coperte o asciugamani per ospiti. Un armadio che raggiunga il soffitto può farti sfruttare a pieno il tuo spazio condensando in un unico posto tutto quello che serve per la lavanderia e magari anche altro. Pensa all’asse da stiro che può diventare perfino elemento stesso della lavanderia e scomparire quando inutilizzata. Inoltre le ante a soffitto diventano segno grafico verticale che accentua l’altezza e “snellisce” l’ambiente.

4. Se lavare a mano è la tua passione

Abbiamo affrontato l’annoso dilemma di dove piazzare la lavatrice, ma se sei amante del lavaggio manuale è tassativo prevedere un lavandino nella tua nuova area lavanderia. Non serve un lavandino dimensione vasca olimpionica. Basterà un piccolo lavandino compatto accanto alla lavatrice che ne condivida gli allacci idraulici. E siccome siamo qui per trovare idee intelligenti e risolvere problemi, il lavandino lo integriamo nella struttura di arredo con le ante di cui abbiamo parlato prima. Così perfino il lavandino di servizio diventa elemento di arredo.

5. La gestione dei panni sporchi e puliti: basta costellazioni di indumenti in giro per casa.

Ci sono poche cose che disturbano quanto i panni sporchi sparpagliati per casa. La raccolta maniacale dei vestiti seminati in giro da mariti, mogli e figli nelle case di tutti noi è diventata un momento di routine quasi quanto il pranzo della domenica. Ma possibile che non esista un modo più performante di sistemare i panni sporchi e quelli puliti in attesa del ferro da stiro? Perfino il cesto dei panni sporchi può essere genialmente contenuto all’interno di soluzioni di arredo funzionali. A estrazione su guida o semplicemente chiusi in armadi, i cesti dei panni non saranno più un volume incombente nei bagni (che poi trovare un cesto esteticamente piacevole è quasi impossibile).

Allo stesso modo, tramite appenderie dedicate, potrai riporre su grucce le camicie lavate in attesa di stiratura (ti vediamo che fai durare l’attesa diverse settimane eheheheh)

La chiave di tutto è farsi venir voglia di stravolgere il concetto di lavanderia rendendolo parte integrante della tua casa o del tuo garage. Siamo oneste, questo articolo non poteva far venire voglia di amare improvvisamente le faccende domestiche, ma sicuramente ti ha dato diversi spunti per organizzare al meglio le tue aree di servizio in casa.

Cerchi anche soluzioni intelligenti per il tuo ufficio? Ne abbiamo già parlato QUI, dai un’occhiata! Oppure inizia subito a farti un’idea sfogliando gli articoli del nostro SHOP

Se hai bisogno di consulenza o di un progetto sartoriale cucito appositamente sui tuoi spazi con esistare a scriverci a info@belardiarredamenti.com

ps: se sei arrivato fino a qui nella lettura meriti di sapere che nella ricerca online delle immagini “da stock” per corredare questo articolo abbiamo fatto moltissima fatica (per non dire che non ci siamo riuscite) a trovare foto di uomini intenti a fare pulizie domestiche che non avessero una allure comica o impacciata o disperata. Come team di donne che lavorano e sono madri, ci piacerebbe che un giorno questo divario di mansioni fra uomo e donna fosse scavalcato in favore di una più equa ridistribuzione di ruoli e responsabilità senza risatine canzonatorie, ma come una normale banalità quotidiana. Fine del commento etico 😉

COM’E’ CAMBIATO IL PROCESSO DI SELEZIONE DEL PERSONALE DOPO IL COVID? NE PARLIAMO CON LA EXTENDI

Stiamo per entrare nel terzo anno dall’arrivo del Covid nella vita di tutti noi, personale e lavorativa. E’ un dato di fatto che ormai le nostre abitudini siano cambiate notevolmente a casa come in ufficio. Ma com’è cambiato il processo di selezione del personale dopo il Covid? Lo abbiamo chiesto a Dario Calamandrei, portavoce e Marketing Manager della Extendi, per approfondire le nuove dinamiche della Human Resourcing post Pandemia.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, due righe su chi sia il team della Extendi: fondata nel 2005 a Firenze, Extendi è oggi un’importante azienda di sviluppo software al servizio di multinazionali e startup in rapida crescita. La loro missione è fornire ai clienti i migliori talenti per la trasformazione digitale, anticipandone le esigenze e offrendo loro le soluzioni tecnologiche più avanzate.

Realizzano web apps belle e funzionali, usano l’intelligenza artificiale ed il machine learning per analizzare i big data e sviluppano progetti di omnicanalità per retailers e digital native brands.

Gli uffici della Extendi a Scandicci (Fi)
Gli uffici della Extendi a Scandicci (Fi)

Lo scopo di questa intervista è quello di capire come nelle aziende giovani e dinamiche il cambio di passo fra lavoro in sede e lavoro da remoto sia stato “digerito” dai gruppi di lavoro e se ci sia stata una variazione nelle richieste che le aziende come la Extendi, i cui locali sono progettati per stimolare la comunicazione e la generazione di idee, fanno al momento delle nuove assunzioni.

“Gli obbligati cambi di gestione aziendale imposti dalla pandemia hanno portato a rivedere piani di assunzioni e tipologie di dipendenti da inserire in organico: com’è cambiato il processo di selezione del personale dopo il Covid? Il naturale turnover del personale è stato accentuato o non avete vissuto sostanziali differenze?”

“La pandemia ha accelerato un processo per noi già in atto, ovvero quello di assumere personale “Full Remote”. Se prima del Covid gran parte dei nostri dipendenti lavorava dalla nostra sede di Scandicci, oggi quasi tutti i dipendenti lavorano da remoto. Abbiamo espanso su tutto il territorio nazionale -ed estero- il nostro bacino di ricerca dei talenti ed abbiamo raddoppiato il nostro organico.

La buona notizia è che le imprese hanno dovuto investire in progetti digitali e questo ha fatto si che aziende come la nostra si siano trovate di fronte ad una considerevole crescita in termini di fatturato. La cattiva notizia è che è sempre più difficile trovare sviluppatori software qualificati a buon mercato, visto che ci scontriamo con grandi multinazionali dall’alto potere contrattuale.

Avete mai visto una cabina del telefono in un ufficio? Non è fantastica?
Avete mai visto una cabina del telefono in un ufficio? Non è fantastica?

Oggi gran parte del nostro lavoro sulle risorse umane è incentrato sul trovare i migliori talenti e ritenerli in azienda il più a lungo possibile, e per fare questo stiamo lavorando sulla creazione di un’identità aziendale percepibile anche da “remoto”, in modo da far sentire i nostri dipendenti parte di una famiglia.”

“Quando fate un colloquio di lavoro per nuove assunzioni oggi prediligete incontri vis a vis (compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria) o in video call? Com’è cambiato il processo di selezione del personale dopo il Covid? Ci sono skills personali che ora sono diventate tassative rispetto a prima?”

“I colloqui sono svolti completamente da remoto. Essendo la nostra realtà incentrata sullo sviluppo software, parte della valutazione richiede lo svolgimento di un compito di programmazione. Il percorso di assunzione del candidato è rimasto pressoché invariato, se non per il fatto che adesso viene fatto in videocall. Negli ultimi mesi abbiamo assunto a tempo indeterminato oltre 15 persone, molte delle quali non sono mai venute in sede, questa sta diventando una standard practice nel nostro settore. “

“Su quali aspetti vi concentrate quando dovete inserire in organico una nuova figura che però lavora in remoto? Come create il rapporto lavorativo ma anche personale necessario al team?”

“Lo sviluppo software è di per se un’attività che si presta molto al lavoro da remoto per cui gli aspetti su cui ci concentriamo quando inseriamo in organico una nuova figura sono gli stessi che abbiamo sempre valutato: competenze tecniche, rapidità di apprendimento e capacità di lavorare in team. Per quanto riguarda il lavoro in team ci vengono in aiuto i moderni strumenti di comunicazione e che i nostri dipendenti usano con grande capacità, la comunicazione quindi non risente della distanza. Mentre sotto il profilo più umano e personale ci impegniamo a fare gruppo con iniziative di team building spesate dall’azienda e chat dedicate alla coffee talk.”

Sale riunioni moderne con schermi video per conferenze con relatori da tutto il mondo.
Sale riunioni moderne con schermi video per conferenze con relatori da tutto il mondo.

“Qual è secondo voi il più grande pregio di assumere un dipendente in remoto full time?”

“Il vantaggio più grande di assumere in remoto è la possibilità di avere un bacino di utenza enorme rispetto a quello di prima. Infatti se prima cercavamo i talenti su Firenze e provincia, oggi abbiamo la possibilità di cercarli in tutta Europa. “

“Rapporti fra dipendenti: notate che la necessità di lavorare da remoto li abbia resi fra loro più scettici e “individualisti” o hanno mantenuto un buon livello di cooperazione anche con i nuovi arrivati?”

“Il lavoro da remoto non ha reso i nostri dipendenti più individualisti, neppure meno cooperativi, ma ha sicuramente reso più difficile creare quei rapporti umani su cui si alimenta il senso di appartenenza a qualcosa.  

Stiamo lavorando alla creazione di una nuova identità aziendale in cui promuovere veri e propri momenti di “connessione” sociale. Il nostro obiettivo è quello di trasformare il collega da remoto in una persona in carne ed ossa, un individuo con passioni e idee, un amico da conoscere, un confidente e una spalla su cui contare nei momenti di difficoltà.”

Lo spirito di coesione fra colleghi è garantito con l’area food&play.

“Devices, connessioni e tempo di lavoro: come gestite il tempo lavorativo dei vostri team? Il lavoro agile normativamente parlando sposta l’attenzione dall’orario di lavoro canonico al lavoro per obiettivi. Voi come azienda siete già orientati su questo tipo di rapporto lavorativo “per deadline” o ancora siete legati all’orario di ufficio in senso classico?”

“La natura della nostra azienda presuppone un approccio al lavoro “per deadline”. I ragazzi infatti hanno massima flessibilità circa gli orari di lavoro da sempre, a condizione che si rispetti la continuità del team e del servizio. Ricordo la storia di un ex dipendente, ancora prima della pandemia, che arrivò in ufficio alle 6 di pomeriggio dicendo che aveva trovato traffico, giuro.”

Colori accesi e vibranti per un ambiente lavorativo spettacolare
Colori accesi e vibranti per un ambiente lavorativo spettacolare

Per le aziende digitali come la Extendi il passaggio al Full Remote è stato praticamente fisiologico. Anche il processo di selezione del personale dopo il Covid si è adeguato a questo cambiamento. Il futuro si prospetta pieno di interessanti evoluzioni alle quali non vediamo l’ora di assistere.

Puoi visionare tutte le foto degli uffici della Extendi nella nostra area “Realizzazioni” QUI

ERGONOMIA DELLA SEDUTA DA UFFICIO: Tutti ne parlano ma in pochi sanno di che si tratta

Nonostante siano anni che si parla di ergonomia della seduta da ufficio, è innegabile che ancora vi siano persone che ignorano completamente la materia.

L’ergonomia della seduta da ufficio è fondamentale per orgni lavoratore

Esclusi gli addetti ai lavori come noi, moltissime persone credono che ergonomico sia sinonimo di “garanzia di benessere”. Ma siamo sicuri che sia sempre così semplice? Questa guida ti servirà a fare chiarezza su quelli che sono i veri parametri dell’ergonomia sul luogo di lavoro da ricercare categoricamente in una poltrona operativa da ufficio. In modo da renderti consapevole del tuo acquisto e permetterti di godere a pieno dei vantaggi di un prodotto professionale.

Prima di snocciolare la sequenza di “mai più senza” è importante partire dalla base etimologica del termine “ergonomia” perchè tutti ne parlano ma in pochi sanno di che si tratta. Se Wikipedia segnala l’origine della parola dal greco ergon (lavoro) e nomos (regola,legge) è l’ Enciclopedia Treccani che ne enuncia a pieno il significato : “Disciplina scientifica che si occupa dei problemi relativi al lavoro umano e che, assommando, elaborando e integrando le ricerche e le soluzioni offerte da varie discipline (medicina generale, medicina del lavoro, fisiologia, psicologia, sociologia, fisica, tecnologia), tende a realizzare un adattamento ottimale del sistema uomo-macchina-ambiente di lavoro alle capacità e ai limiti psico-fisiologici dell’uomo.” 

Tanti stili lavorativi, tanti modi di stare seduti e tante tipologie quindi di seduta

Quindi di cosa stiamo parlando? Si tratta di ergonomia ogni volta che si cerca, attraverso il dimensionamento e le caratteristiche tecniche di un dato prodotto, di realizzare un sistema che si integri al meglio con il corpo umano.

Una sola seduta DEVE assecondare più posture

Non è questa la volta in cui vi spiegheremo cosa siano i percentili e perché in alcuni casi la scelta sbagliata di un percentile di riferimento può dar vita ad un prodotto di fatto inutilizzabile, ma vi basterà per adesso sapere la verità lapalissiana. Ogni uomo e donna ha un dimensionamento corporeo personale e spesso questo dimensionamento, così come gli usi e le abitudini, deriva dall’are macrogeografica in cui vivono.

Un esempio pratico terra-terra per farmi capire da tutti: l’altezza media di un boscaiolo scandinavo è sensibilmente maggiore dell’altezza corporea di un coltivatore di riso asiatico. Questa grande realtà, seppur espressa in tono ironico, sottolinea la necessità ad esempio di avere pistoni a gas per l’elevazione della seduta da lavoro idonei. L’escursione deve essere infatti sufficientemente ampia da risultare adatta sia per i primi che per i secondi (ammesso e non concesso che utilizzeranno mai una poltrona da ufficio). L’ergonomia della seduta da ufficio fa la differenza fra stare comodi e stare scomodi mentre si lavora.

Per aiutarti nella scelta della tua prossima sedia da ufficio abbiamo stilato una guida che ti aiuti a capire quali siano le caratteristiche indispensabili da ricercare nella giungla di prodotti online e offline. Analizziamole adesso insieme per non farti trovare impreparato al momento giusto.

Altezza del sedile

Ricollegandoci all’esempio del boscaiolo scandinavo a noi tanto caro, ecco la prima indispensabile caratteristica ergonomica di una poltroncina da ufficio: l’elevazione, con pistone a gas, dell’altezza del sedile. Una escursione media di 12-15 cm è più che sufficiente a rendere la sedia adatta a molte diverse fisicità. Ricordiamoci che l’angolo del nostro cavo popliteo deve essere retto così come la nostra schiena. In soldoni, niente posture stravaccate.

Regola il tuo sedile per avere sempre la giusta angolazione delle gambe e della schiena

Angolo della visuale

Stare seduti lontanissimi dal piano della propria scrivania non va bene. Lo capiamo facilmente dall’illustrazione sotto. Il nostro viso infatti, per godere della giusta angolazione della visuale (circa 40° complessivi) deve essere posto a una cinquantina di centimetri dal monitor. La giusta visuale ovviamente deve tenere presente della grandezza del monitor su cui lavoriamo quotidianamente e della sua altezza sul piano della scrivania. In alcuni casi vale la pena investire acquistando un supporto per monitor (tipo questo qui) che sollevi lo schermo quel tanto che serve a guadagnare la giusta angolazione visiva senza affaticare il collo. La giusta postura ci aiuta a scaricare il peso correttamente senza sentire fastidiose tensioni alla cervicale a fine giornata.

Mantieni la giusta distanza dallo schermo per non affaticare la vista

Inclinazione dello schienale

Eccoci al dunque : devo tenere lo schienale bloccato o oscillante? Questa domanda ce la fate tutti quando venite in showroom a provare le decine di poltroncine da ufficio che abbiamo a disposizione. La risposta solitamente però ce la dovete dare voi e dipende da come “vivete” la sedia da lavoro. Lo schienale bloccato in linea di massima non ci fa godere a pieno dei vantaggi dei meccanismi moderni inseriti oggi negli schienali delle poltroncine. Un movimento molleggiato calibrato sulla spinta del nostro corpo ci aiuta a non rimanere ore e ore impalati immobili e ci permette di essere regolato tramite volantino o perno sotto il sedile in modo da rendere l’oscillazione più o meno morbida.

Dondolare o non dondolare? #domandadelsecolo

Supporto lombare

La vera svolta nell’ergonomia della seduta da ufficio ce la dà questo piccolo ma decisivo oggetto che si chiama supporto lombare. Che sia integrato nello schienale o a vista per gli schienali in rete, la cosa fondamentale è che sia re-go-la-bi-le! Un supporto lombare regolabile standard deve poter essere spostato in alto o in basso per assecondare la curva lombare del nostro corpo che ovviamente è più alta o più bassa in base all’altezza del fisico di ognuno di noi. Per i supporti più evoluti, come quello della Honey di Quinti Sedute, esiste la possibilità di regolazione in 3D facendo premere più o meno sulla nostra spina dorsale il cuscinetto del supporto. Impossibile con regolazioni così avanzate non trovare la posizione perfetta per te.

La PRIMA cartteristica della sedia da ufficio da cercare e provare

Regolazione della profondità del sedile

Watusso mi rivolgo a te. A te che sei alto come Gallinari e non trovi mai la seduta adatta alle tue gambe chilometriche, si proprio tu. Con il meccanismo di regolazione della profondità del sedile puoi decidere quanto far sporgere il cuscino della tua sedia da ufficio rispetto allo schienale. Tramite un pulsante o un volantino puoi far scorrere il sedile imbottito in avanti con una escursione che può arrivare fino a una decina di centimetri. Otterrai un sedile percepito come più lungo e che possa sorreggere i tuoi muscoli posteriori della coscia fino all’incavo del cavo popliteo. Questo supporto è fondamentale per non incorrere in difficoltà circolatorie e mantenere la sensazione di gambe leggere tutto il giorno, senza gonfiori e ritenzione idrica. Il sedile della Team Strike di Sitland è comodissimo e ha un traslatore di 7 cm che accontenta proprio tutti.

Fai scorrere il sedile in avanti se sei di statura molto alta

Inclinazione dei piedi

In ultimo ma mai da sottovalutare, l’angolo di inclinazione con cui teniamo i nostri piedi. Fermo restando che vadano appoggiati sempre a terra e non sulle razze delle ruote (come faccio io, n.d.r. shhhh!) la cosa utile è che siano lievemente inclinati con una pedana poggiapiedi. Un supporto per rialzare i nostri piedi serve a mantenere una postura corretta nel tempo perché ci invita a tenere la posizione giusta quando siamo seduti. Inoltre aiuta le persone non particolarmente alte a trovare il giusto modo di stare seduti mediando fra l’altezza delle scrivanie (per normativa sono 74 centimetri circa da terra) e l’altezza della sedia.

Usa un supporto per rialzare i piedi e tenerli nella giusta inclinazione

Ogni seduta ha un comfort diverso e anche nell’universo delle sedie ergonomiche per ufficio esistono decine di modelli. E’ per questo motivo che consigliamo sempre ai nostri clienti di venire in showroom da noi in viale Petrarca 47 a Empoli per testare di persona tutte le poltrone da ufficio che abbiamo in esposizione.

Non sempre un prodotto dal design futuristico ed estremo è sinonimo di “ergonomico”. Non è l’estetica a rendere una seduta da lavoro ergonomica ma lo è l’insieme di caratteristiche tecniche e tecnologiche che la contraddistingue. Anche una seduta esteticamente ordinaria può in realtà risultare ergonomicamente perfetta e confortevole.

Il fine è come sempre ottenere un prodotto “cucito” addosso al cliente, perfettamente bilanciato sul suo fisico e idoneo a sostenerlo in tutte le ore di lavoro per garantire il benessere corporeo e mentale. Ecco cos’è in ultima analisi lo scopo dell’ergonomia della seduta da ufficio per noi.

Burnout in ufficio: può succedere ad ognuno di noi.

Se non sai di cosa stiamo parlando te lo spieghiamo subito: il Burnout, che tradotto letteralmente significa “bruciato”, è a tutti gli effetti un esaurimento nervoso. Un cedimento del nostro sistema “corpo-mente” che per quanto riguarda la discussione di oggi, è strettamente correlato al lavoro.

Un inglesismo ormai noto in tutto il mondo

Il primo grande mito da sfatare è che sia un problema lontano da noi. Non c’è nessuna correlazione fra area geografica di appartenenza e burnout. Così come sarebbe sbagliato definire il crollo emotivo esclusivo dei dipendenti delle grandi aziende: il Burnout in ufficio può succedere ad ognuno di noi.

Ma quando e perché ci troviamo davanti ad un esaurimento nervoso?

Riconoscere l’esistenza del Burnout è il primo passo da parte delle aziende verso il tentativo di risolvere un annoso e grave problema. Capiamo insieme da cosa deriva. Il primo grande motivo alla base di un crollo è il carico di lavoro eccessivo, anche se dobbiamo ammettere che non è l’unico.

Pensieri personali e lavorativi affollano la nostra testa moltiplicandosi esponenzialmente

Quando siamo sottoposti cronicamente ad una mole di lavoro estenuante tendiamo a spingere i nostri limiti sempre più in là (n.d.r. attenzione perché stabilire i parametri che rendono “universalmente”  eccessivo un carico di lavoro non è affatto semplice). Alziamo l’asticella della nostra tolleranza e della nostra sopportazione, ma possiamo sopportarlo solo se la situazione particolarmente stressante è contingentata e limitata nel tempo.

Se lo stress lavorativo ci risulta troppo e per troppo tempo, il nostro organismo ne risentirà inevitabilmente. E’ sbagliato pensare che “a me non capiterebbe mai” perché purtroppo il Burnout non ha genere e non ha età. Semplicemente il TUO limite viene costantemente superato e il tuo sistema nervoso va in crash.

Tutto diventa “troppo” da gestire. Il Burnout è l’esaurimento nervoso in ufficio.

Oltre alla mole di lavoro e ai ritmi frenetici imposti da scadenze e tempistiche al secondo, un altro importante fattore che aumenta la probabilità di un crollo emotivo è la solitudine.

Abbiamo già affrontato una discussione sui rischi derivati dal lavoro in remoto durante la pandemia, QUI. Tuttavia il problema del Burnout ha origini ben più lontane nel tempo. Dopo la pandemia in alcuni settori lavorativi è cresciuto per numero di episodi, ma sono anni che si parla in psicologia e in medicina di stress lavoro-correlato. L’allontanamento forzato dal luogo di lavoro, dalle relazioni interpersonali e dai momenti di comunione di intenti ha portato molti lavoratori a sentirsi soli e insicuri sia economicamente che emotivamente e lavorativamente.

In cosa consiste davvero il Burnout?

L’esaurimento nervoso tipico del Burnout si manifesta in ognuno di noi in modo unico: può essere palesato con rush cutanei, attacchi di panico, stati di ansia ingestibili, apatia, fortissime emicranie e molte altre sintomatologie che sono come già detto personali.

Basta riconoscersi in tre o quattro di questi sintomi per farci accendere un campanello di allarme: ci hai mai pensato?

Il livello attuale dei casi di Burnout è il risultato di un problema che esisteva già ma che è stato reso negli ultimi due anni esponenzialmente peggiore. L’Editor e Ricercatrice della Harvard University Jennifer Moss la definisce “fatica emotiva” in una recente intervista (QUI). Si può materializzare nelle nostre menti anche con una sensazione di incredibile impotenza verso le atrocità che accadono subito attorno a noi. E’ un po’, per citare un suo esempio, come assistere al divampare di fiamme in tutta la tua città senza poter muovere un muscolo per far nulla, impalato e pietrificato.

Vivere un Burnout significa sentirsi spegnere dentro inesorabilmente, incapaci di gestire ciò che ci circonda in ufficio.

Cosa può fare un’azienda per prevenire questo problema?

Diciamoci la verità: programmi di fitness con palestre in azienda, sedute di yoga in pausa pranzo e cucina macrobiotica non ci salveranno dallo stress cronico. Il fondamentale punto di partenza è quello di instaurare una comunicazione: fra dipendenti, fra dirigenti e amministrazione, fra colleghi.

Un manager stressato ed emotivamente provato che dialoghi apertamente con il suo team di collaboratori a loro volta stressati potrebbe ricevere spunti di miglioramento per sé e per gli altri. Basterebbe discutere insieme di come vanno le cose a casa, di cosa preoccupa loro e di come poter migliorare la vita in ufficio.

Condividere le proprie esperienze lavorative, intese come esperienze emozionali che ci hanno testato e messo a dura prova, può essere catartico a tutti i livelli.

Il manager citato sopra potrebbe scoprire che il suo collaboratore sull’orlo di una crisi di nervi è distrutto da notti insonni per il bambino appena nato, per una malattia di un familiare, per un lutto appena vissuto. Così a questo bagaglio emotivo molto pesante e derivante dalla sfera personale del dipendente andrebbe a sommarsi il carico di lavoro estenuante che viene accollato in ufficio. Il panorama della situazione sembrerebbe così molto più chiaro e le strade da seguire per evitare il peggio sarebbero molteplici e lì a portata di mano.

Una unica via per evitare lo stress cronico

Siamo umani e il nostro cervello è un maxi insieme di esperienze vissute correlate le une alle altre e inscindibili. Accettare questa realtà ci può aiutare a capire come ristabilire un equilibrio nelle nostre vite ed allontanare il rischio di esaurimento nervoso a lavoro.

Ricercare lequilibrio per non lasciarsi schiacciare dallesaurimento nervoso.

Il dialogo all’interno del luogo di lavoro deve essere quanto più incentivato possibile, a tutti i livelli. Ne usciremmo più coesi e legati, più empatici li uni con gli altri. E magari eviteremmo qualche caso di Burnout a un collega in difficoltà.

Lo scopo rimane cercare di arginare il problema dell’esaurimento emotivo. Lo strumento principale per tentare di farlo è quello di creare per noi e per le persone attorno a noi un equilibrio.  Il processo per raggiungere l’equilibrio è complesso, faticoso e richiede molto impegno su più fronti. Ma alla fine se ci avrà evitato il Burnout ne sarà valsa senza dubbi la pena.